L’enfisema polmonare da deficit di alfa-1-antitripsina: una sfida diagnostica per il pneumologo anche nel paziente anziano

La SIMREG, Società Italiana di Medicina Respiratoria in Età Geriatrica, nasce trent’anni orsono, con la finalità di accendere i riflettori sulla complessità dell’anziano respiratorio.

Il deficit di Alfa-1 Antitripsina (DAAT) è una condizione genetica ereditaria che colpisce giovani adulti di età inferiore a 45 anni, causata da ridotti livelli sierici e/o di funzionalità della proteina Alfa-1 Antitripsina (AAT) ma ancora oggi largamente sotto-diagnosticata. Attualmente, si stimano circa 185 milioni di individui portatori di almeno un allele deficitario (MS, MZ) e 5.5 milioni di individui portatori di due alleli deficitari (SS, SZ, ZZ). Inoltre, si calcola che più del 90% degli individui affetti da DAAT non sia ancora stato diagnosticato. In Italia il DAAT colpisce in media 1 abitante su 5.000.

Il gene per la produzione di AAT è localizzato sul cromosoma 14 del DNA. Si conoscono ad oggi più di 120 varianti genetiche patologiche per il gene dell’AAT, alcune delle quali causano il DAAT, mentre il gene normale viene indicato con l’allele M (M1, M2, M3 ….).

Sono stati identificati inoltre diversi geni che identificano varianti deficitarie, con livelli di AAT inferiori alla norma. In particolare:Variante Z (la più comune), Variante S, Varianti NULL con livelli di AAT non rilevabile,Varianti Rare o Mlike, ovvero mutazioni della va- riante normale M che possono risultare più o meno deficitarie (Mmalton, Mprocida, Mwutzurg)

Caso clinico paradigmatico di paziente anziano con DAAT omozigote

Paziente, femmina di 81 anni, affetta da BPCO e insufficienza respiratoria da sforzo. Pregressa abitudine tabagica, con una media di 10 sigarette/die per 50 anni, ex fumatrice da 4 anni. Solo nel mese di giugno 2023 ha effettuato per la prima volta il dosaggio dei valori di AAT con esito di 80 mg/dl. Successivamente si è quindi sottoposta ad analisi fenotipica e genotipica tramite Alfa-kit che ci ha permesso di individuare il genotipo omozigote PI*SS.

La paziente è stata sottoposta a prove di funzionalità respiratoria che hanno evidenziato un deficit ostruttivo di grado severo, non reversibile.  Il quadro polmonare è stato inoltre indagato con Tomografia Computerizzata ad Alta Risoluzione (HRTC) del torace con riscontro di grave e diffuso enfisema panlobulare di tipo bolloso.

Il 6-minutewalkingtest ha evidenziato desaturazione da sforzo corretta con O2 terapia a bassi flussi somministrata con cannule nasali. Pertanto, viene proposta alla paziente di sottoporsi a terapia sostitutiva con infusione settimanale di Alfa-1-Antitripsina (Prolastin); questa terapia infatti ha dimostrato una riduzione della incidenza e della gravità delle riacutizzazioni di tipo moderato e severo ed una riduzione del tasso di mortalità a 5 anni in pazienti con FEV 1< 50 %.

L’infusione di Prolastin ad un dosaggio di 60 mg/Kg., ha dimostrato di mantenere i livelli protettivi di AAT sufficienti a proteggere i polmoni dall’attività dannosa dell’elastasi neutrofila prodotta a livello polmonare, con risalita del valore di AAT sierica in corso di trattamento con Prolastin fino a 125 mg/dl. Da quando ha iniziato la terapia sostitutiva la paziente ha avuto solo tre riacutizzazioni di BPCO di lieve entità 

La nostra esperienza ci ha insegnato che perseverare anche nei soggetti anziani con patologie respiratorie croniche mai sottoposti al dosaggio dell’AAT nella individuazione dei soggetti potenzialmente deficitari di AAT produce un ottimo risultato diagnostico in questa attraente ma anche insidiosa patologia genetica polmonare.

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Autore: Malerba Mario e Ragnoli Beatrice